mercoledì 12 febbraio 2014

FAQ teatroescuola - SIMBOLI





Domanda: perché a teatro tutti parlano più forte? perché a teatro i gesti sono un po' più grandi?

Risposta: Si può essere cattivissimi anche senza ringhiare, oppure buonissimi senza sorrisi (vedi Costumi). Per questo a teatro parliamo un po' più forte, ci muoviamo un po' di più, siamo più sensibili.

Il teatro lavora con le emozioni, e le emozioni hanno bisogno di simboli. Vivi, però. Anzi, più vivi. Per raggiungere questi risultati non c'è una ricetta sicura, c'è il mettersi in gioco e provare una soluzione, modificarla, aggiungere altre idee, coinvolgere i bambini, coinvolgere altri operatori, i genitori se possibile. 
I simboli divengono forti e significativi se giungono grazie al percorso fatto insieme. Nel percorso non si deve avere paura di sbagliare, non si deve aver paura di strafare, non si deve aver paura di inventare, perché il risultato sarà collettivo, il risultato sarà la somma delle relazioni messe in gioco.



FAQ teatroescuola - ALTRO DA SÈ - LA MASCHERA




Il teatro serve a comunicare cosa si ha dentro, come si sta, che posto abbiamo nel mondo.

Se non basta, c'è anche: che posto vorremmo avere, dove siamo, come stiamo, se ci sentiamo soli oppure no, che cosa si rende felici e cosa no.
Questo significa comunicare qualcosa di sé, avere il coraggio di aprirsi (poco o molto non importa). Il teatro è gioco e gioco significa ruolo, personaggio, altro da sé. Non siamo interamente responsabili di come giochiamo, non siamo "solo" noi, è un gioco!

Per aiutarci immaginiamo di essere un altro (un'altra). Per aiutarci le maschere possono essere una bacchetta magica, possono dare ai bambini una forza e una impunità tale da renderli liberi nel rapporto, quindi costruttivi.


FAQ teatroescuola - IL PUBBLICO




Domanda: perché ho paura del pubblico?

Risposta:Il pubblico? Meno male che c'è! Meno male che qualcuno si è alzato dalla poltrona, si è infilato le scarpe ed è arrivato fin dove siamo, così finalmente noi possiamo raccontare storie a chi non vede l'ora di sentirle, vederle, gustarle. 
Il pubblico NON è di controvoglia, anche se noi abbiamo paura di sì. Ma questo significa avere paura del pubblico, e cercare di concludere questa tortura reciproca prima possibile. Ma se proviamo invece a giocare con il pubblico, a sentirlo amico, a sentirlo disponibile, metà dei nostri problemi svanisce. Senza contare che nonostante tutti quei telefonini, cineprese e macchine fotografiche, i genitori sono il pubblico più ben disposto al mondo.

 

martedì 11 febbraio 2014

FAQ teatroescuola - STORIA E SPETTACOLO



Un libro scritto non è uno spettacolo. Per diventarlo dovrà perdere qualcosa così come dovrà (sottolineato dovrà) guadagnare qualcosa. Così come ha perso e guadagnato qualcosa quando dalla testa dell'autore è diventato un libro.


lunedì 10 febbraio 2014

FAQ teatroescuola - DOPPIO MESSAGGIO








Il teatro ama comunicare e lo fa con molti linguaggi nello stesso momento. Non ama essere costretto al solo mezzo verbale. Cioè non ama che tutto debba sempre essere DETTO. 
Se cammino sulla scena, lo VEDO, non serve ANCHE DIRLO. 
Se mi vieni incontro con fare amichevole, e me lo dici pure, inizio a dubitare, mi chiedo: "Che bisogno ha di affermarlo, di ripeterlo? Forse non è così sicuro? Perché così tante PAROLE?" 

 

sabato 8 febbraio 2014

FAQ teatroescuola - MATERIALE



Tutto ciò che si può fare qui ed ora, è materiale di lavoro ed è utilizzabile. Tutto il resto (pensieri, buoni propositi, rimpianti) non c'è, non si può utilizzare.

FAQ teatroescuola - COSA VUOL DIRE PRODURRE MATERIALE




Produrre materiale significa provare un pezzo di storia, un dialogo, una situazione, e saperlo ripetere. Non è possibile produrre solo “belle cose” o “buon materiale”.


FAQ teatroescuola - ACCORGERSI




Impossibile prestare attenzione a tutti i rumori che udiamo, o prestare attenzione a tutte le cose che vediamo. Per salvarci abbiamo delle soglie di attenzione, che si attivano quando ci accorgiamo che un qualcosa è importante: per esempio perché è ripetuta parecchie volte, in luce, con un minimo di spazio attorno a se'.

 

FAQ teatroescuola - REPETITA IUVANT



Ripeto che ripetere le azioni, le situazioni, le parole all'interno di una storia a teatro è molto salutare, molto vivificante, molto più interessante di quanto possa apparire. Repetita (molto) iuvant.



venerdì 7 febbraio 2014

FAQ teatroescuola - RIPETIZIONI dentro la storia



Dentro una storia succede qualcosa: per il pubblico è una scoperta.
La seconda volta che il pubblico incontra questo qualcosa non è una ripetizione, è solo la conferma che è importante. La terza volta che si propone il pubblico inizia a gustare, assaporare, ricordare, confrontare, dedurre, supporre. In altre parole, inizia a partecipare.



FAQ teatroescuola - MULTIMEDIA


E' certo che il teatro sia un ottimo commensale: macina e digerisce tranquillamente tutto: musica, luci, testo, movimento, spazio, danza, canto.
Lui, non noi, così per non incorrere in indigestioni (indigestus: confuso, senz'ordine) bisognerà sapere quante portate riusciamo a digerire e fermarsi lì, non importa se altri sono più bravi


 

FAQ teatroescuola - RIPETERE






Il teatro è un rito. In quanto rito ama le ripetizioni, le cerimonie, i gesti codificati. 
Così le fiabe amano ripetere scelte e situazioni, così le cerimonie amano il cerimoniale e le messe amano il messale. 


 

FAQ teatroescuola - DURATA





40 minuti di teatro sono veramente un gran risultato.
Se questo teatro è condiviso, ed ha dentro la creatività di tutti. Se è una creatura viva sul palcoscenico (o nell'aula magna). Se non c'è traccia di vita, di creatività, di emozioni, chiediamoci perché farlo. Solo per il traguardo dei 60 minuti di spettacolo?




FAQ teatroescuola - CONCENTRAZIONE




Non c'è teatro senza concentrazione. Punto. E se il pubblico sarà concentrato alla sua maniera (scattando foto e girarando filmini) la nostra concentrazione farà sì che il teatro succeda.
La concentrazione degli attori e degli operatori influenzerà positivamente il pubblico, e sempre più papà e mamme guarderanno dal vivo ciò che stanno distrattamente registrando.