giovedì 30 giugno 2011

nuovo spettacolo, maybe

Sto leggendo un po' di testi del Teatro dei Burattini fine ottocento o anche prima, per capire se è il caso per michelepolo di fare uno spettacolo nuovo di burattini, come si deve, si deve chissà a chi, forse al pubblico, immagino.
Sto leggendo una raccolta compilata da Roberto Leydi e Renata Mezzanotte Leydi (che nome!), e un'altra compilata su repertori modenesi da Roberto Bergonzini, Cesare Maletti e Beppe Zagaglia. Mi manca la collezione Pretini poi credo sarò a posto, nel senso che ne saprò molto più di prima, e non sarò a posto per nulla, immagino.

ventunesimo

Ho fatto l'audizione per un corso di aggiornamento professionale a Trieste, con Alessandro Marinuzzi. Il risultato è che sono giunto o meglio sono stato classificato ventunesimo (su non so quanti, se cinquanta o trenta o duecento). Ma calcolando che più della metà dei miei colleghi non ha fatto l'audizione, ecco, essere qualificato ventunesimo sulla metà della metà degli attori FVG fa davvero tristezza.
Vabbè.
Ah! L'immagine raffigura Malvolio, vero protagonista abbastanza tragico della Dodicesima notte, di Shakespeare, e io portavo un pezzo dal secondo atto.
This is how it goes, my friend.

venerdì 24 giugno 2011

Costume



Cioè costruire un costume. Disegnarlo. Mettersi lì e decidere: i colori, e già passano le ore. Che cosa imitiamo? il gallo? la battaglia? il freddo gelo delle montagne, la simpatia della noce da cocco? Mettiamo colori caldi, così le persone capiscono, si affezionano, oppure colori freddi, seri, che il popolo debba ammutolire al solo rimando di quei colori? e le forme? facciamo come il pavone, o come l'aquila? o come il cobra?
Come dire: quanto tempo ci hanno messo per fare questa uniforme, la divisa nazionale dell'India?

giovedì 23 giugno 2011

Che cosa pensava



Che cosa pensava l'architetto che ha fatto l'ingresso di questa biblioteca? La foto l'ho scattata in India, in una specie di palazzo dirigenziale britannico. Vicino Shimla, al nord, ma non siamo in alta montagna, nel senso che pur essendo intorno ai mille metri di altezza, mica nevica. Non era sicuramente spaventato dal freddo chi ha disegnato un ingresso del genere, nè lo era il suo committente. Che razza di pensieri avevano? Perché all'ultimo piano c'è posto per poche persone, mentre di sotto per molte? Perché così fa un impero, non il contrario?

martedì 21 giugno 2011

regia



Fare una regia è esattamente come stare alla plancia di comando di una bestia come questa (una gru Siemens della fine dell'800, ancorata a Genova). Appena muovi un leva, un comando, ecco che equilibri si rompono, altri si formano, pressioni salgono o scendono. Ma la fisica degli esseri umani non è ingegnerestica, e le persone non reagiscono sempre allo stesso modo. Anzi, non reagiscono quasi MAI allo stesso modo, e cambiano dall'oggi al domani. Per fortuna, anche il regista cambia dall'oggi al domani (a parte le sue fisse, che sarebbero i suoi gusti: la cioccolata piace sempre, non è che oggi sì e domani no. Semmai cambia la modalità: oggi gelato, domani biscotto, ma la cioccolata, se piace, continua a piacere)