lunedì 26 ottobre 2015

FAQ teatroescuola - FARE FINTA




Domanda: posso mimare?

Risposta: Mimare è tremendamente difficile. Mimo una spada, una sedia, un tavolo, una mela da mangiare, con niente in mano. Un vero virtuosismo, cui il pubblico smette di credere al primo errore tecnico (un muro che prima c'era adesso non c'è più, oppure è spostato di un metro, oppure prima era pesantissimo adesso è un po' meno pesante, l'oggetto mimato viene messo a mezz'aria, galleggia?!?)
Lavorare con degli oggetti è più facile. Una sedia diventa una barca, poi un trono, poi un ombrello. Il cappello diventa uno scudo, poi un bicchiere d'acqua, poi torna cappello. Il pubblico è contento della scelta, non la considera una fregatura, e i limiti tecnici danno grande verità al lavoro.

 

FAQ teatroescuola - LE PARTI E IL/LA PROTAGONISTA




Domanda “Quando c'è la distribuzione delle parti?” 

Risposta: Picche! Non lo so! Andiamo avanti con il lavoro, intanto proviamo a fare una parte in tre, poi a creare un gruppo da quel personaggio, poi ci mettiamo due regine, ci aggiungiamo tre principesse e cinque cavalieri senza macchia.
Così tutti fanno la propria parte di protagonista, insieme agli altri protagonisti.


FAQ teatroescuola - COMMENTARE




Domanda: durante le prove, si può scherzare?

Risposta: Io nei miei laboratori chiedo sempre di mettere tutti i commenti in tasca, e tirarli fuori alla fine. Magicamente, il 90% dei commenti, battute, le spiritosaggini si dimentica. Bene, benissimo. È un talento saper commentare al momento giusto. Spesso i commenti servono a fermare le emozioni. Spesso il commento è un freno che il bambino o la bambina mette perché teme di esporsi, di essere presa in giro poi, di sbagliare. Spesso è anche un freno messo alla voglia altrui di provare, rischiare, sbagliare.
Allora nessun commento mentre si lavora. Andiamo avanti! 
Il momento giusto per tutti i commenti è alla fine del lavoro.


FAQ teatroescuola - FARE e PARLARE




Domanda: a teatro si parla, si parla, bla bla bla, bla bla bla

Risposta: Spesso a teatro si parla tantissimo perché pare più semplice, basta dare delle battute da imparare et voilà. Ma non è così: anche se non è facile a teatro lavorare su concetti ampi quali “fai il principe”, “fai la mamma”, “fai la parte del cattivo”, è invece facile invece prendere in mano delle cose, spostare una sedia, salirci sopra, scenderci, fare delle camminate, incontrarsi e darsi la mano, rifiutare la mano, prendere uno zaino in spalla, salutare uno che se ne va zaino in spalla, abbracciare l'altra persona rimasta lì accanto, consolarla, essere consolati, senza per forza parlare, parlare, parlare.



FAQ teatroescuola - DNA DEL TEATRO




Domanda: Chissà perché a teatro si tiene sempre in gran conto questa ricerca del nuovo, del diverso, dell'inatteso. 
Perché il teatro ama "essere strano"? Sembra che vogliamo per forza togliere la poltrona da sotto il sedere! 

Risposta: non è così, non è una stranezza. Il teatro lavora anche con le emozioni, e le emozioni si nutrono di relazioni: io e te (te=pubblico). Noi e voi(voi=pubblico). Io, te e un altro(un altro=pubblico)
Dentro queste relazioni c'è sempre il pubblico!

Seconda risposta: In più, pensiamo che un pubblico spiazzato si addormenti meno facilmente.


FAQ teatroescuola - SOFTWARE



Domanda: cosa conta una idea nel fare teatro a scuola?

Risposta: tantissimo. Avere una idea significa avere un motore nel lavoro. Una idea condivisa è una idea ancora più forte. In questo i bambini della scuola d'infanzia sono dei maestri insuperabili. 
 Coinvolgerli nell'idea, nella storia, nel cosa fare e come farlo è una forza capace di portare a buon fine qualsiasi progetto teatrale, con in più il valore aggiunto del gusto: ai bambini piacciono cose che presumibilmente piacciono ad altri bambini, vale a dire il nostro pubblico naturale.
Noi adulti abbiamo un altro gusto, e questa nostra diversità aiuta il progetto. Tantissime maestre, operatori che lavorano con i bambini tendono o a minimizzare il contributo dei bambini oppure il proprio. Ma davvero non c'è motivo per farlo. Ciò che può sembrare incompatibile può divenire azzeccato attraverso il lavoro, il passare del tempo e le prove.




domenica 25 ottobre 2015

Falù

eeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!!!! FINITO !!!
Falù, testo teatrale per pupazzi, ottobre 2015-



************** 10 pagine, 10 scene ***************

 


giovedì 8 ottobre 2015

Yes

Nomenât mestri dal Cors di Teatri e Animazion de Universitât dal Friûl!!!

10 oriis, modalitât frontale. ahi ahi ahi! E jo che o volevi metimi di stuart :-)

Anìn!

Laboratori didattici del Corso di perfezionamento e aggiornamento in "Lingua friulana nella scuola plurilingue" inerenti alla docenza e al tutoraggio dei laboratori di discipline scientifiche, discipline musicali, teatro e animazione





venerdì 17 aprile 2015

DOMENICA 19 Aprile a Fiumicello (Ud) - spettacolo di Burattini

DOMENICA 19 APRILE a Fiumicello (Ud) - spettacolo di Burattini



Presso la Sala Bison, in centro a Fiumicello, ore 17.00 spettacolo di burattini
 

DIAVOLI E FIORI 
UNA COMMEDIA CON BURATTINI



Una storia di michelepolo e Serena Di Blasio
Regia di Serena Di Blasio
Scene di Michele Bazzana - Fiori di Suomi Vinzi
Costumi di Mariolina Federico Musiche di Alan Malusà Magno
Immagini di Michele Trainiti
 

mercoledì 11 febbraio 2015

Contis tarondis a Udine, a Cussignacco domenica 15 febbraio


TSU teatro sosta urbana ANNO II

Nell'ambito della rassegna in collaborazione con il Comune di Udine, TSU teatro sosta urbana, ci siamo anche noi topastri grigi in cerca di storie e soprattutto di croste di formaggio. Montasio, Pecorino sardo, Grana e Parmigiano i preferiti.



venerdì 12 dicembre 2014

OGGI VENERDÌ 12 DICEMBRE, A UDINE

spettacolo di burattini!

finalmente anche a Udine, presso la scuola BELLAVITIS (Udine est)  ingresso libero



mercoledì 5 novembre 2014

Thule, versione XX

Avevo scritto definitiva :-)



Thule



  1. Oggi. Europa, Italia.
  2. C'è un gruppo di bambini in una camerata
  3. E' sera, dopocena
  4. Gioco su cosa si fa: lotta, scherzi, libro, scambio di letto, playstation
  5. è ora della buonanotte della maestra: accendono internet
  6. la maestra ha fatto un video anche oggi
  7. guardano il video su youtube: racconta il mito di Thule
  8. Il video racconta la certezza che a tutt'oggi ne sappiamo poco, di Thule
  9. non è vero che sappiamo tutto, ci sono ancora molte cose sconosciute o difficili
  10. Thule è il Nord, è l'unica cosa che sappiamo
  11. e si dice anche che a Thule si trova il coraggio di fare qualcosa che prima non si aveva il coraggio di fare
  12. tutto il resto lo scopriremo nella prossima lezione
  13. il video finisce
  14. qualcuno dice: ma non esistono posti sconosciuti
  15. qualcuno risponde: e come fai a saperlo, se è sconosciuto
  16. cercano su google
  17. c'è scritto che Thule è un viaggio impossibile, è come cercare un punto nel niente
  18. qualcuno invece dice che se è NORD è ovviamente la Norvegia, infatti si dice NORWAY, strada per il nord
  19. altri dicono che c'è su google, perciò esiste, non è sconosciuta
  20. la maestra ci avrà fatto uno scherzo
  21. si sente in lontananza un gong
  22. I bambini vanno a dormire
  23. sognano Thule e le parole “esiste/non esiste”
  24. all'alba uno si sveglia
  25. scopre che sono già tutti con gli occhi aperti
  26. perché siamo tutti già svegli?
  27. uno annuncia che oggi andrà a Nord. Andrà a cercare Thum.
  28. non si ricordano bene il nome: forse è Pule, forse è Mule, Tule, Thule (con th all'inglese)
  29. sanno solo che la direzione è Nord
  30. Chi vuole venire?
  31. decidono di andarci tutti
  32. così la prossima lezione la faranno loro alla maestra
  33. qualcuno dice: andiamo e torniamo in tempo per la lezione
  34. tutti sono d'accordo
  35. Su google trovano la frase (di Lao-tzu): I grandi viaggi partono sempre con il primo passo
  36. qualcuno dice che sarebbe bello avere tutti lo stesso passo così rimarremo insieme nella ricerca (non ci perdiamo)
  37. fanno vari tentativi di passo
  38. ne provano parecchi
  39. ne trovano uno
  40. imparano a farlo tutti insieme
  41. camminando realizzano un ritmo
  42. Un bambino/bambina si blocca
  43. Tutti gli/le si fanno intorno
  44. Non vuole muoversi
  45. gli altri cercano di convincerlo con le buone e poi con le cattive
  46. Riescono a spostarlo
  47. Si scopre che era fermo su un punto. Il punto è rosso
  48. Certi sono sicuri sia Thule, altri no (Google non parla di “punti rossi”)
  49. discutono
  50. Il gruppo si spacca, si divide
  51. una parte rimane, un'altra continua verso Nord
  52. Chi rimane gioca a salire sul punto rosso
  53. Il punto rosso alle volte scompare, e riappare
  54. Chi lo prova racconta sempre qualcosa di diverso: paura, brividi
  55. Oppure racconta fiabe di posti lontani, di fiumi impetuosi, di montagne imponenti
  56. Non a tutte le persone che lo hanno sperimentato il punto rosso piace
  57. Qualcuno è stato male, troppo forte: non fa per loro
  58. Altri non sentono niente, troppo debole, non fa per loro
  59. qualcuno si lamenta che gli altri li abbiano abbandonati, traditi
  60. qualcuno si lamenta che si perdono tutte le storie
  61. su google c'è scritto che Cristoforo Colombo non sapeva di aver scoperto un continente nuovo
  62. Torna il gruppo che se n'era andato
  63. il primo gruppo è contento, lo riaccoglie e gli racconta delle storie e di Cristoforo Colombo
  64. Il gruppo dei ritornati dice che non ha trovato niente
  65. Il gruppo dice che il punto rosso adesso tocca a loro, che è il loro turno
  66. Gli altri rifiutano: ve ne siete andati, il punto rosso è nostro
  67. Il gruppo dei ritornati dice che se lo prenderanno, ad ogni costo
  68. Si preparano per lo scontro
  69. qualcosa succede nel mucchio dei ritornati
  70. Un altro bambino si è bloccato e non vuole muoversi
  71. gli altri cercano di convincerlo con le buone e poi con le cattive
  72. Lo spostano
  73. Si scopre che sotto c'è un punto. Ma è verde
  74. A certi piace il punto verde, dicono che quello è il vero Thule, non quello rosso
  75. Molti si lamentano che non si capisce nulla, e che quei colori sono pure brutti.
  76. su google c'è scritto che... Google non parla di colori di Thule
  77. giocano con i due punti, come gruppi separati
  78. provano, sperimentano
  79. dicono contemporaneamente: Abbiamo provato anche noi, adesso possiamo provare il vostro?
  80. No, rispondono, non ci fidiamo di voi, prima non avete accettato
  81. provano vari metodi per scambiarsi il punto, ma non si fidano
  82. stallo
  83. proposta shock: scambiamoci di corsa il posto, tutti in una volta
  84. ci provano
  85. ce la fanno, si sono fidati
  86. hanno avuto il coraggio, hanno trovato la loro Thule
  87. Il gruppo torna unico
  88. i punti colorati si spengono
  89. inventano un passo per tornare in tempo per la lezione
  90. tornano verso la scuola
  91. lezione per maestra (cioè per la platea): “ci vuole coraggio per fare la pace”





La drammaturgia serve

La drammaturgia serve!

Per esempio, a migliorare e trovare soluzioni alla storia di Thule, ad esempio.
Cfr la nuova versione di Thule e la mia versione iniziale.
Grazie a Fabrizio Bozzetti, che la drammaturgia la fa ogni giorno, e si sente :-)

giovedì 25 settembre 2014

Thule


Trama


Oggi. Europa, Italia.

un gruppo di bambini guarda un video su youtube: racconta la storia di Thule. Il video finisce con la certezza che a tutt'oggi ne sappiamo poco, di Thule.

I bambini vanno a dormire, la sognano, decidono di andarci. All'alba si svegliano e partono direzione Nord.

Su google c'è scritto che Thule è un viaggio impossibile, è come cercare un punto nel niente, allora inventano i passi per arrivare a Thule: ne provano parecchi e decidono per un passo che si fa tutti insieme.

Partono. All'inizio non è facile, poi trovano un ritmo, un'andatura.

Un bambino/bambina si blocca. Non vuole muoversi, gli altri cercano di convincerlo con le buone e poi con le cattive. Riescono a spostarlo. Si scopre che era fermo su un punto. Il punto è rosso. Certi sono sicuri sia Thule, altri no (Google non parla di “punti rossi”). Il gruppo si spacca, una parte rimane, un'altra continua.

Chi rimane gioca a salire sul punto rosso, che alle volte scompare, e riappare. Chi lo prova racconta sempre qualcosa di diverso: paura, brividi oppure fiabe lontane oppure sensazione di viaggio oppure liberazione, come volare. Non a tutti piace. Qualcuno è stato male, troppo forte. Altri non sentono niente, troppo debole.

Torna il gruppo che se n'era andato. Non ha trovato niente. Dice che il punto rosso adesso tocca a loro, che se lo prenderanno, ad ogni costo. Gli altri rifiutano.

Si preparano per lo scontro. Un bambino si blocca, non vuole muoversi, gli altri cercano di convincerlo con le buone e poi con le cattive. Si scopre che sotto c'è un punto. Ma è verde.

A certi piace il punto verde, dicono che quello è il vero Thule, non quello rosso.

Molti si lamentano che non si capisce nulla, e che quei colori sono pure brutti. Google non parla di colori, nemmeno wikipedia.

Ci sono bambini che dicono: andiamo avanti: ne abbiamo trovati due, ne troveremo altri: i colori sono infintiti.

Altri invece giocano con i due punti, provano, sperimentano, provano ad unirli, a separarli. Poi smettono.

Si sente in lontananza una campana.

Bene, dicono gli sperimentatori: Abbiamo provato anche noi, adesso possiamo andare avanti insieme.

Vi aspettavamo, dicono gli altri.

Il gruppo torna unico, va alla ricerca di Thule.

lunedì 8 settembre 2014

Progetto Teatro di voci

Ecco un resoconto del progetto TDV 2014 che ho realizzato con Valentina Rivelli del Teatro della Sete e il Maestro Denis Monte & teatroescuola!


http://www.blogteatroescuola.it/wordpress/www/teatro-di-voci-a-sedegliano-impressioni-di-festa/