Domanda: Chissà
perché a teatro si tiene sempre in gran conto questa ricerca del nuovo, del diverso, dell'inatteso.
Perché il teatro ama "essere strano"? Sembra che vogliamo per forza togliere la poltrona da sotto il sedere!
Risposta: non è così, non è una stranezza. Il teatro lavora anche con le emozioni, e le emozioni si nutrono di relazioni: io e te (te=pubblico). Noi e voi(voi=pubblico). Io, te e un altro(un altro=pubblico).
Dentro queste relazioni c'è sempre il pubblico!
Seconda risposta: In più, pensiamo che un pubblico spiazzato si addormenti meno facilmente.
Perché il teatro ama "essere strano"? Sembra che vogliamo per forza togliere la poltrona da sotto il sedere!
Risposta: non è così, non è una stranezza. Il teatro lavora anche con le emozioni, e le emozioni si nutrono di relazioni: io e te (te=pubblico). Noi e voi(voi=pubblico). Io, te e un altro(un altro=pubblico).
Dentro queste relazioni c'è sempre il pubblico!
Seconda risposta: In più, pensiamo che un pubblico spiazzato si addormenti meno facilmente.