spettacolo di burattini!
finalmente anche a Udine, presso la scuola BELLAVITIS (Udine est) ingresso libero
venerdì 12 dicembre 2014
sabato 6 dicembre 2014
Domenica 7 dicembre 2014 - a Lestizza
mercoledì 5 novembre 2014
Thule, versione XX
Thule
- Oggi. Europa, Italia.
- C'è un gruppo di bambini in una camerata
- E' sera, dopocena
- Gioco su cosa si fa: lotta, scherzi, libro, scambio di letto, playstation
- è ora della buonanotte della maestra: accendono internet
- la maestra ha fatto un video anche oggi
- guardano il video su youtube: racconta il mito di Thule
- Il video racconta la certezza che a tutt'oggi ne sappiamo poco, di Thule
- non è vero che sappiamo tutto, ci sono ancora molte cose sconosciute o difficili
- Thule è il Nord, è l'unica cosa che sappiamo
- e si dice anche che a Thule si trova il coraggio di fare qualcosa che prima non si aveva il coraggio di fare
- tutto il resto lo scopriremo nella prossima lezione
- il video finisce
- qualcuno dice: ma non esistono posti sconosciuti
- qualcuno risponde: e come fai a saperlo, se è sconosciuto
- cercano su google
- c'è scritto che Thule è un viaggio impossibile, è come cercare un punto nel niente
- qualcuno invece dice che se è NORD è ovviamente la Norvegia, infatti si dice NORWAY, strada per il nord
- altri dicono che c'è su google, perciò esiste, non è sconosciuta
- la maestra ci avrà fatto uno scherzo
- si sente in lontananza un gong
- I bambini vanno a dormire
- sognano Thule e le parole “esiste/non esiste”
- all'alba uno si sveglia
- scopre che sono già tutti con gli occhi aperti
- perché siamo tutti già svegli?
- uno annuncia che oggi andrà a Nord. Andrà a cercare Thum.
- non si ricordano bene il nome: forse è Pule, forse è Mule, Tule, Thule (con th all'inglese)
- sanno solo che la direzione è Nord
- Chi vuole venire?
- decidono di andarci tutti
- così la prossima lezione la faranno loro alla maestra
- qualcuno dice: andiamo e torniamo in tempo per la lezione
- tutti sono d'accordo
- Su google trovano la frase (di Lao-tzu): I grandi viaggi partono sempre con il primo passo
- qualcuno dice che sarebbe bello avere tutti lo stesso passo così rimarremo insieme nella ricerca (non ci perdiamo)
- fanno vari tentativi di passo
- ne provano parecchi
- ne trovano uno
- imparano a farlo tutti insieme
- camminando realizzano un ritmo
- Un bambino/bambina si blocca
- Tutti gli/le si fanno intorno
- Non vuole muoversi
- gli altri cercano di convincerlo con le buone e poi con le cattive
- Riescono a spostarlo
- Si scopre che era fermo su un punto. Il punto è rosso
- Certi sono sicuri sia Thule, altri no (Google non parla di “punti rossi”)
- discutono
- Il gruppo si spacca, si divide
- una parte rimane, un'altra continua verso Nord
- Chi rimane gioca a salire sul punto rosso
- Il punto rosso alle volte scompare, e riappare
- Chi lo prova racconta sempre qualcosa di diverso: paura, brividi
- Oppure racconta fiabe di posti lontani, di fiumi impetuosi, di montagne imponenti
- Non a tutte le persone che lo hanno sperimentato il punto rosso piace
- Qualcuno è stato male, troppo forte: non fa per loro
- Altri non sentono niente, troppo debole, non fa per loro
- qualcuno si lamenta che gli altri li abbiano abbandonati, traditi
- qualcuno si lamenta che si perdono tutte le storie
- su google c'è scritto che Cristoforo Colombo non sapeva di aver scoperto un continente nuovo
- Torna il gruppo che se n'era andato
- il primo gruppo è contento, lo riaccoglie e gli racconta delle storie e di Cristoforo Colombo
- Il gruppo dei ritornati dice che non ha trovato niente
- Il gruppo dice che il punto rosso adesso tocca a loro, che è il loro turno
- Gli altri rifiutano: ve ne siete andati, il punto rosso è nostro
- Il gruppo dei ritornati dice che se lo prenderanno, ad ogni costo
- Si preparano per lo scontro
- qualcosa succede nel mucchio dei ritornati
- Un altro bambino si è bloccato e non vuole muoversi
- gli altri cercano di convincerlo con le buone e poi con le cattive
- Lo spostano
- Si scopre che sotto c'è un punto. Ma è verde
- A certi piace il punto verde, dicono che quello è il vero Thule, non quello rosso
- Molti si lamentano che non si capisce nulla, e che quei colori sono pure brutti.
- su google c'è scritto che... Google non parla di colori di Thule
- giocano con i due punti, come gruppi separati
- provano, sperimentano
- dicono contemporaneamente: Abbiamo provato anche noi, adesso possiamo provare il vostro?
- No, rispondono, non ci fidiamo di voi, prima non avete accettato
- provano vari metodi per scambiarsi il punto, ma non si fidano
- stallo
- proposta shock: scambiamoci di corsa il posto, tutti in una volta
- ci provano
- ce la fanno, si sono fidati
- hanno avuto il coraggio, hanno trovato la loro Thule
- Il gruppo torna unico
- i punti colorati si spengono
- inventano un passo per tornare in tempo per la lezione
- tornano verso la scuola
- lezione per maestra (cioè per la platea): “ci vuole coraggio per fare la pace”
La drammaturgia serve
La drammaturgia serve!
Per esempio, a migliorare e trovare soluzioni alla storia di Thule, ad esempio.
Cfr la nuova versione di Thule e la mia versione iniziale.
Grazie a Fabrizio Bozzetti, che la drammaturgia la fa ogni giorno, e si sente :-)
Per esempio, a migliorare e trovare soluzioni alla storia di Thule, ad esempio.
Cfr la nuova versione di Thule e la mia versione iniziale.
Grazie a Fabrizio Bozzetti, che la drammaturgia la fa ogni giorno, e si sente :-)
giovedì 9 ottobre 2014
Curriculum vitae
Curriculum vitae
Il mio Curriculum vitae! Detto anche CV.
Insieme di notizie sulla mia vita personale e professionale tale per cui uno possa desumere un arco, un curriculum insomma. un arco di vita. Un curriculum vitae.
Ecco qui: un clic per scaricarlo
Per essere chiari:
Ho 44 anni e perciò 44 Curriculum vitae
Curriculum vitae
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giovedì 25 settembre 2014
Thule
Trama
Oggi. Europa, Italia.
un gruppo di bambini guarda un video su youtube: racconta la storia di Thule. Il video finisce con la certezza che a tutt'oggi ne sappiamo poco, di Thule.
I bambini vanno a dormire, la sognano, decidono di andarci. All'alba si svegliano e partono direzione Nord.
Su google c'è scritto che Thule è un viaggio impossibile, è come cercare un punto nel niente, allora inventano i passi per arrivare a Thule: ne provano parecchi e decidono per un passo che si fa tutti insieme.
Partono. All'inizio non è facile, poi trovano un ritmo, un'andatura.
Un bambino/bambina si blocca. Non vuole muoversi, gli altri cercano di convincerlo con le buone e poi con le cattive. Riescono a spostarlo. Si scopre che era fermo su un punto. Il punto è rosso. Certi sono sicuri sia Thule, altri no (Google non parla di “punti rossi”). Il gruppo si spacca, una parte rimane, un'altra continua.
Chi rimane gioca a salire sul punto rosso, che alle volte scompare, e riappare. Chi lo prova racconta sempre qualcosa di diverso: paura, brividi oppure fiabe lontane oppure sensazione di viaggio oppure liberazione, come volare. Non a tutti piace. Qualcuno è stato male, troppo forte. Altri non sentono niente, troppo debole.
Torna il gruppo che se n'era andato. Non ha trovato niente. Dice che il punto rosso adesso tocca a loro, che se lo prenderanno, ad ogni costo. Gli altri rifiutano.
Si preparano per lo scontro. Un bambino si blocca, non vuole muoversi, gli altri cercano di convincerlo con le buone e poi con le cattive. Si scopre che sotto c'è un punto. Ma è verde.
A certi piace il punto verde, dicono che quello è il vero Thule, non quello rosso.
Molti si lamentano che non si capisce nulla, e che quei colori sono pure brutti. Google non parla di colori, nemmeno wikipedia.
Ci sono bambini che dicono: andiamo avanti: ne abbiamo trovati due, ne troveremo altri: i colori sono infintiti.
Altri invece giocano con i due punti, provano, sperimentano, provano ad unirli, a separarli. Poi smettono.
Si sente in lontananza una campana.
Bene, dicono gli sperimentatori: Abbiamo provato anche noi, adesso possiamo andare avanti insieme.
Vi aspettavamo, dicono gli altri.
Il gruppo torna unico, va alla ricerca di Thule.
lunedì 8 settembre 2014
Progetto Teatro di voci
Ecco un resoconto del progetto TDV 2014 che ho realizzato con Valentina Rivelli del Teatro della Sete e il Maestro Denis Monte & teatroescuola!
http://www.blogteatroescuola.it/wordpress/www/teatro-di-voci-a-sedegliano-impressioni-di-festa/
http://www.blogteatroescuola.it/wordpress/www/teatro-di-voci-a-sedegliano-impressioni-di-festa/
sabato 23 agosto 2014
Puppet Festival XXXIII edizione
Organizzato dal CTA di Gorizia, burattini e animazione (e michelepolo il 27)
http://www.ctagorizia.it/
http://www.ctagorizia.it/
Puppet Festival - Grado
Mercoledì 27 Agosto ritorna il Puppet Festival organizzato dal CTA di Gorizia e ci sono anche io con il mio spettacolo di burattini
lunedì 7 aprile 2014
Gnûf spetacul par furlan!
Velu chi cal nas a Tor di Zuin domenie ai 13 di Avrîl âs trê dopo di misdì
Uchì la schede tecniche! o se no je la domandais a cheste direzion di pueste: michelepolo caiut michelepolo pont org
Contis
tarondis
Storiis
da la Scjatepantiane
Le storie narrate e animate sono:
La Lune e la Suriute, esilarante storia d'amore a distanza fra un topolino e la luna piena, con un lieto fine di ricongiungimento grazie al contributo inatteso ed insperato di un piccolissimo animale.
Cinisute, ovvero Cenerentola, raccontato dal punto di vista di uno dei topolini presi dalla ScatolaTopesca (la Scjatepantiane) per divenire il cavallo che condurrà Cenerentola splendidamente vestita alla festa del Principe.
E per concludere una storia tragica nella memoria collettiva delle creature grigie: Il Sunadôr di Pifar, la storia del Pifferaio di Hamelin, che nell'immaginario dei topi è soprattutto colui che ha interrotto la festosa, travolgente, divorante occupazione topesca della città di Hamelin, facendo annegare più di 600 topi tra le travolgenti acque del fiume Weser (o del Tagliamento).
Uchì la schede tecniche! o se no je la domandais a cheste direzion di pueste: michelepolo caiut michelepolo pont org
a Torviscosa domenica 13 aprile alle ore 15.00!
Contis tarondis - ass. Lenghis dal Drâc - Amîs di Onde Furlane
Storiis da la Scjatepantiane
DEBUTTO UFFICIALE a Torviscosa domenica 13 aprile alle ore 15.00
finalmente!!!
Storiis da la Scjatepantiane
DEBUTTO UFFICIALE a Torviscosa domenica 13 aprile alle ore 15.00
finalmente!!!
la Scjatepantiane
Contis
tarondis
Storiis
da la Scjatepantiane
Tre racconti narrati in lingua friulana e proposti da uno strampalato punto di vista “topesco” si intrecciano a tantissima musica e strumenti musicali.
Questi gli ingredienti principali di Contis tarondis – Storiis da la Scjatepantiane, il nuovo spettacolo prodotto dall’Associazione Lenghis dal Drâc che debutterà a Torviscosa domenica 13 aprile alle ore 15.00 presso il CID, area Struttura 708.
I protagonisti di queste storie sono l’affiatatissimo duo Michele Polo e Federico Scridel, accompagnati dal musicista Leo Virgili e coordinati dalla regia di Serena Di Blasio.
O sin pantianissssss
Molta musica, canti, rime e storie da vedere ed immaginare, questi sono i temi che si sviluppano in un progetto adatto ai bambini a partire dai 5 anni.
Storiis
da la Scjatepantiane
Tre “pantegane grigie” si ritrovano catapultate in mezzo a fiabe classiche e non…
mercoledì 12 febbraio 2014
FAQ teatroescuola - SIMBOLI
Domanda: perché a teatro tutti parlano più forte? perché a teatro i gesti sono un po' più grandi?
Risposta: Si può essere cattivissimi anche senza ringhiare, oppure buonissimi senza sorrisi (vedi Costumi). Per questo a teatro parliamo un po' più forte, ci muoviamo un po' di più, siamo più sensibili.
Risposta: Si può essere cattivissimi anche senza ringhiare, oppure buonissimi senza sorrisi (vedi Costumi). Per questo a teatro parliamo un po' più forte, ci muoviamo un po' di più, siamo più sensibili.
Il
teatro lavora con le emozioni, e le emozioni hanno bisogno di
simboli. Vivi, però. Anzi, più vivi. Per raggiungere questi risultati non c'è una ricetta sicura, c'è il mettersi in gioco e provare una soluzione, modificarla, aggiungere altre idee, coinvolgere i bambini, coinvolgere altri operatori, i genitori se possibile.
I simboli divengono forti e significativi se giungono grazie al percorso fatto insieme. Nel percorso non si deve avere paura di sbagliare, non si deve aver paura di strafare, non si deve aver paura di inventare, perché il risultato sarà collettivo, il risultato sarà la somma delle relazioni messe in gioco.
I simboli divengono forti e significativi se giungono grazie al percorso fatto insieme. Nel percorso non si deve avere paura di sbagliare, non si deve aver paura di strafare, non si deve aver paura di inventare, perché il risultato sarà collettivo, il risultato sarà la somma delle relazioni messe in gioco.
FAQ teatroescuola - ALTRO DA SÈ - LA MASCHERA
Il
teatro serve a comunicare cosa si ha dentro, come si sta, che posto
abbiamo nel mondo.
Se
non basta, c'è anche: che posto vorremmo avere, dove siamo, come
stiamo, se ci sentiamo soli oppure no, che cosa si rende felici e
cosa no.
Questo significa comunicare qualcosa di sé, avere il coraggio di aprirsi (poco o molto non importa). Il teatro è gioco e gioco significa ruolo, personaggio, altro da sé. Non siamo interamente responsabili di come giochiamo, non siamo "solo" noi, è un gioco!
Questo significa comunicare qualcosa di sé, avere il coraggio di aprirsi (poco o molto non importa). Il teatro è gioco e gioco significa ruolo, personaggio, altro da sé. Non siamo interamente responsabili di come giochiamo, non siamo "solo" noi, è un gioco!
Per aiutarci immaginiamo di essere un altro (un'altra). Per aiutarci le maschere possono essere una bacchetta magica, possono dare ai bambini una forza e una impunità tale da renderli liberi nel rapporto, quindi costruttivi.
FAQ teatroescuola - IL PUBBLICO
Domanda: perché ho paura del pubblico?
Risposta:Il pubblico? Meno male che c'è! Meno male che qualcuno si è alzato dalla poltrona, si è infilato le scarpe ed è arrivato fin dove siamo, così finalmente noi possiamo raccontare storie a chi non vede l'ora di sentirle, vederle, gustarle.
Il pubblico NON è di controvoglia, anche se noi abbiamo paura di sì. Ma questo significa avere paura del pubblico, e cercare di concludere questa tortura reciproca prima possibile. Ma se proviamo invece a giocare con il pubblico, a sentirlo amico, a sentirlo disponibile, metà dei nostri problemi svanisce. Senza contare che nonostante tutti quei telefonini, cineprese e macchine fotografiche, i genitori sono il pubblico più ben disposto al mondo.
martedì 11 febbraio 2014
FAQ teatroescuola - STORIA E SPETTACOLO
Un libro scritto non è uno spettacolo. Per diventarlo dovrà perdere qualcosa così come dovrà (sottolineato dovrà) guadagnare qualcosa. Così come ha perso e guadagnato qualcosa quando dalla testa dell'autore è diventato un libro.
lunedì 10 febbraio 2014
FAQ teatroescuola - DOPPIO MESSAGGIO
Il
teatro ama comunicare e lo fa con molti linguaggi nello stesso
momento. Non ama essere costretto al solo mezzo verbale. Cioè non
ama che tutto debba sempre essere DETTO.
Se cammino sulla scena, lo
VEDO, non serve ANCHE DIRLO.
Se mi vieni incontro con fare amichevole, e me lo dici pure, inizio a dubitare, mi chiedo: "Che bisogno ha di affermarlo, di ripeterlo? Forse non è così sicuro? Perché così tante PAROLE?"
sabato 8 febbraio 2014
FAQ teatroescuola - MATERIALE
Tutto
ciò che si può fare qui ed ora, è materiale di lavoro ed è
utilizzabile. Tutto il resto (pensieri, buoni propositi, rimpianti)
non c'è, non si può utilizzare.
FAQ teatroescuola - COSA VUOL DIRE PRODURRE MATERIALE
Produrre
materiale significa provare un pezzo di storia, un dialogo, una
situazione, e saperlo ripetere. Non è possibile produrre solo “belle
cose” o “buon materiale”.
FAQ teatroescuola - ACCORGERSI
Impossibile
prestare attenzione a tutti i rumori che udiamo, o prestare
attenzione a tutte le cose che vediamo. Per salvarci abbiamo delle
soglie di attenzione, che si attivano quando ci accorgiamo che un
qualcosa è importante: per esempio perché è ripetuta parecchie
volte, in luce, con un minimo di spazio attorno a se'.
FAQ teatroescuola - REPETITA IUVANT
Ripeto che ripetere le azioni, le situazioni, le parole all'interno di una storia a teatro è molto salutare, molto vivificante, molto più interessante di quanto possa apparire. Repetita (molto) iuvant.
venerdì 7 febbraio 2014
FAQ teatroescuola - RIPETIZIONI dentro la storia
Dentro
una storia succede qualcosa: per il pubblico è una scoperta.
La
seconda volta che il pubblico incontra questo qualcosa non è una
ripetizione, è solo la conferma che è importante. La terza volta
che si propone il pubblico inizia a gustare, assaporare, ricordare,
confrontare, dedurre, supporre. In altre parole, inizia a
partecipare.
FAQ teatroescuola - MULTIMEDIA
E' certo che il teatro sia un ottimo commensale: macina e digerisce tranquillamente tutto: musica, luci, testo, movimento, spazio, danza, canto.
Lui, non noi, così per non incorrere in indigestioni (indigestus: confuso, senz'ordine) bisognerà sapere quante portate riusciamo a digerire e fermarsi lì, non importa se altri sono più bravi.
FAQ teatroescuola - RIPETERE
Il
teatro è un rito. In quanto rito ama le ripetizioni, le cerimonie, i
gesti codificati.
Così le fiabe amano ripetere scelte e
situazioni, così le cerimonie amano il cerimoniale e le messe
amano il messale.
FAQ teatroescuola - DURATA
40 minuti di teatro sono veramente un gran risultato.
Se
questo teatro è condiviso, ed ha dentro la creatività di tutti. Se
è una creatura viva sul palcoscenico (o nell'aula magna). Se non c'è
traccia di vita, di creatività, di emozioni, chiediamoci perché
farlo. Solo per il traguardo dei 60 minuti di spettacolo?
FAQ teatroescuola - CONCENTRAZIONE
Non
c'è teatro senza concentrazione. Punto. E se il pubblico sarà
concentrato alla sua maniera (scattando foto e girarando filmini) la
nostra concentrazione farà sì che il teatro succeda.
La
concentrazione degli attori e degli operatori influenzerà
positivamente il pubblico, e sempre più papà e mamme guarderanno dal vivo
ciò che stanno distrattamente registrando.
venerdì 31 gennaio 2014
FAQ teatroescuola - PASSIONE versus FATTIBILITÀ
E'
più facile allestire una storia che ci appassiona, che non una
“facile” o “semplice”.
Non
è la fattibilità di una storia che deve attirarci, sono le idee,
gli spazi, le emozioni che esprime.
FAQ teatroescuola - IL PROGETTO
Il progetto che abbiamo faticosamente pensato dentro la nostra testa DEVE cambiare quando incontra le persone: idee, piccoli passi, sguardi che succedono e ci chiedono occhi ed orecchie attente e una disponibilità ad accogliere, dare spazio, far crescere.
FAQ teatroescuola - COSTUMI TEATRALI
Io
penso che i costumi vengano dopo la storia, i movimenti, le
emozioni.
I
costumi teatrali aiutano a far capire ciò che si sta guardando. I
costumi confermano la
storia, l'intreccio, le parole.
Ma
i costumi non fanno il teatro, non fanno i personaggi. Aiutano, e
basta.
FAQ teatroescuola - IL TEATRO “SUCCEDE”
C'è una storiella di uno scrittore, che faceva sempre sogni bellissimi, e non riusciva mai a ricordarli, e pensava che grandi libri avrebbe scritto se se li fosse ricordati. Prese un blocco appunti e una penna, li mise accanto al comodino, ripromettendosi di scrivere appena sveglio, o durante la notte. Una mattina, si svegliò da un sogno fantastico e pensò che gli fosse già sfuggito. Guardò il blocco, e c'era scritto: un ragazzo ama una ragazza. Così sembra banale, ma quando succede non lo è.
FAQ teatroescuola - PROVE
I cantanti dicono che “si canta con la voce di oggi, non con la voce che vorremmo, e nemmeno con quella di ieri o di domani. Oggi c'è quella, e si canta con quella”.
I bambini sono in perenne cambiamento. Bisogna essere attenti a che le prove non siano “rifare la foto di ieri”.
FAQ teatroescuola - SPAZI
Per lavorare serenamente bisogna scegliere uno spazio preciso: lo spettacolo lo faremo qui, e qui faremo anche le prove.
Tutte
le costrizioni dello spazio scelto stimoleranno nuove soluzioni e
nuove possibilità per risolvere
creativamente i problemi.
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