Perché i bambini vanno pazzi per i burattini?
Perché i burattini sono più piccoli di loro.
Nel mondo di ogni giorno i bambini sono sempre i più piccoli. Sempre, salvo che negli spettacoli di burattini. Lì finalmente sono loro i grandi. Si ribalta il loro mondo.
Noi adulti ce lo siamo dimenticati il mondo visto dal basso, ma se vivessimo in un mondo di giganti i burattini sarebbero i nostri eroi preferiti.
lunedì 4 aprile 2016
venerdì 1 aprile 2016
giovedì 31 marzo 2016
Baci abbracci e bastonate - prove
Stiamo provando il mio nuovo spettacolo, il primo di quest'anno. Poi arriverà Falù :-)
Baci abbracci e bastonate!
Questo è uno spettacolo ad episodi, in uno di questi ci saranno anche loro (dico loro perché non ci sarà solo questo tucano verdegiallo):
Baci abbracci e bastonate!
Questo è uno spettacolo ad episodi, in uno di questi ci saranno anche loro (dico loro perché non ci sarà solo questo tucano verdegiallo):
mercoledì 23 marzo 2016
No no no - 1
No no no
ho scritto la nuova storia per Teatro di Voci 2016!
si intitola No no no, protagonisti sono un gruppo di bambini con i loro genitori. Non ci sono nomi propri perché in scena ci sono 65 bambini che fanno tutti i personaggi, e tutti i personaggi sono collettivi.
Nello scritto ci sono i numeri, perché è così che scrivo le drammaturgie per il teatro - la formattazione della pagina non è merito mio :-(
ecco la prima parte:
ho scritto la nuova storia per Teatro di Voci 2016!
si intitola No no no, protagonisti sono un gruppo di bambini con i loro genitori. Non ci sono nomi propri perché in scena ci sono 65 bambini che fanno tutti i personaggi, e tutti i personaggi sono collettivi.
Nello scritto ci sono i numeri, perché è così che scrivo le drammaturgie per il teatro - la formattazione della pagina non è merito mio :-(
ecco la prima parte:
- suona la sveglia, inizia la giornata
- gli adulti sono già in piedi, svegliano i bambini
- la prima frase del giorno è “NON dormire, adesso devi svegliarti!”
- gli adulti seguono i bambini dappertutto
- gli adulti dicono cosa non fare ai bambini
- il tutto è scandito dalla proibizione di fare qualcosa: Gli adulti dicono sempre no. No a questo, no a quello. Non dormire, adesso si va a scuola. Non mangiare, adesso si deve uscire. Non giocare, adesso si deve studiare. Non correre, adesso devi star fermo. Non rimanere qui, adesso devi uscire. Non puoi più stare fuori, adesso devi entrare. Non parlare, adesso devi ascoltare. Non ascoltare gli altri, adesso devi parlare tu da solo. Non bere, adesso devi mangiare. Non giocare, adesso devi vestirti. Non sporcarti, adesso devi lavarti.
- gli adulti tormentano i bambini
- i bambini subiscono
- gli adulti sono tormentati dai telefonini, allentano la stretta sui bambini
- i genitori ricominciano a tormentarli fino alla prox telefonata
- i bambini vogliono il telefono anche loro
- i genitori acconsentono
- i bambini nascondono il telefono lontano
- i genitori corrono a cercarlo
- i bambini si riuniscono, decidono di non crescere più, non vogliono diventare come i genitori: cioè non vogliono tormentare gli altri ed essere tormentati
- annunciano ai genitori, ma sono immediatamente sminuiti
- gli adulti raccontano del mostro che mangia i bambini piccoli che scappano via da soli
- suona il telefono, i genitori ritrovano i telefonini
- i bambini annunciano che se ne andranno, prenderanno solo poche cose importanti: libri, mangiare, coperte
- annunciano ai genitori, vengono sminuiti
- i bambini se ne vanno
- i genitori acconsentono questa fuga giusto il tempo di sbrigare delle cose
- rimangono soli i genitori, sono un poco indecisi, un po' arruffati
- spiegano che lo fanno per il loro bene, x un mondo migliore
- decidono che ai bambini serve una bella lezione, che capiscano come va il mondo
- Grandissimo sospiro corale, si guardano, si stringono le mani, si conoscono fra loro
- momento di imbarazzo generale, tutti sbottano in un “ma lo faccio per il suo bene!” “devono abituarsi alla lotta per la vita!” “un domani saranno contenti, grazie a noi”
- tutti annuiscono con la testa, poi di nuovo imbarazzo.
- Qualcuno dice che ai loro tempi non sarebbe stato possibile una simile ammutinamento. Qualcuno dice che bisognerebbe fargli prendere una bella strizza, che sappiano come va il mondo e quanti è importante ascoltare i genitori.
- ci vuole un mostro che li faccia spaventare x bene: che mostro? Il mostro mangia ossa / il mostro peloso / il mostro allunga orecchie / il mostro accorcia gambe / ecc ecc
- decidono che il mostro dei bambini XXX (decideremo con i bambini il nome e le funzioni del mostro) è una buona idea
- confabulano x decidere cosa serve, qualcuno dice che sa dove trovare ciò che serve, si danno appuntamento x costruirlo, escono ciascuno da una parte differente
venerdì 18 marzo 2016
Lloyd Newson - DV8
Da tanti anni seguo Lloyd Newson ed i DV8, adesso ho scoperto che sono in pausa, LLoyd si è preso un po' di tempo per pensare, per vivere al di fuori dei DV8, e ci sta, dopo 30 anni.
Anche i FUGAZI sono in "hiatus" da molti anni, troppi, chissà, non torneranno più.
Lloyd Newson ha dato delle interviste e qui ci metto un estratto, hanno lavorato molto sul non verbale, sul pericolo che la parola tenda a fare "tutto il lavoro".
Che le parole facciano tutto il lavoro non mi piace, e penso che sia per questo che buona parte del teatro italiano mi annoi a morte, un teatro dove gli attori entrano, si piazzano e cominciano a parlare, fanno tutto con le parole, tutto, non riescono a credere che ci siano altri strumenti per fare teatro.
uno stralcio dall'intervista, pubblicata qui
You get together, you get a group of people, you place things very carefully in order, and the placement is artificial, but if the integrity and the focus is clear, then hopefully it makes people see their roles more clearly. And think about them. And that’s what I would like to do. I love the idea that people come to see our work and if they laugh I know they’ve had a gut reaction, they’ve actually understood something.
To get a laugh through movement is a fantastically hard thing to do, because most dance you can be as vague as you want and you just expect the audience to sit there po-faced, there’s no expectation that you have to achieve anything. But if I’m setting out to make somebody laugh, I have to be really clear… or if I want someone to be touched I have to find out how I find movement that will truly touch someone, as opposed to just doing pretty movement. And I’m afraid that’s what dance for me often is.
Anche i FUGAZI sono in "hiatus" da molti anni, troppi, chissà, non torneranno più.
Lloyd Newson ha dato delle interviste e qui ci metto un estratto, hanno lavorato molto sul non verbale, sul pericolo che la parola tenda a fare "tutto il lavoro".
Che le parole facciano tutto il lavoro non mi piace, e penso che sia per questo che buona parte del teatro italiano mi annoi a morte, un teatro dove gli attori entrano, si piazzano e cominciano a parlare, fanno tutto con le parole, tutto, non riescono a credere che ci siano altri strumenti per fare teatro.
uno stralcio dall'intervista, pubblicata qui
You get together, you get a group of people, you place things very carefully in order, and the placement is artificial, but if the integrity and the focus is clear, then hopefully it makes people see their roles more clearly. And think about them. And that’s what I would like to do. I love the idea that people come to see our work and if they laugh I know they’ve had a gut reaction, they’ve actually understood something.
To get a laugh through movement is a fantastically hard thing to do, because most dance you can be as vague as you want and you just expect the audience to sit there po-faced, there’s no expectation that you have to achieve anything. But if I’m setting out to make somebody laugh, I have to be really clear… or if I want someone to be touched I have to find out how I find movement that will truly touch someone, as opposed to just doing pretty movement. And I’m afraid that’s what dance for me often is.
giovedì 17 marzo 2016
Burattini - le basi
Grazie alla disponibilità del Circolo Arci Misskappa (si trova ad Udine, qui )
queste settimane riesco a lavorare sui fondamenti dei burattini:
-entrate
-uscite
-stare fermi
-camminare




tutto qua. quattro azioni. durissima! durissima! le mani non stanno ferme, non stanno su, gli avanbracci non battono perpendicolari! non riesco a fare il giro su me stesso senza parere in balìa delle onde!
queste settimane riesco a lavorare sui fondamenti dei burattini:
-entrate
-uscite
-stare fermi
-camminare




tutto qua. quattro azioni. durissima! durissima! le mani non stanno ferme, non stanno su, gli avanbracci non battono perpendicolari! non riesco a fare il giro su me stesso senza parere in balìa delle onde!
lunedì 26 ottobre 2015
FAQ teatroescuola - GUSTO PERSONALE
Domanda: ma a me insegnante piacerebbe..
Risposta: Vedi passione. Importantissimo, vero motore del fare teatro, delle scelte, dei rischi. Il nostro punto di vista è la nostra forza. Diventa un cappio se siamo gli unici cui piace, diventa una meraviglia se questo "mi piace" è condiviso. Diventa condiviso se lo si è messo in piazza, e condiviso veramente.
E' vero che spesso i bambini innescano un gioco senza fine di polemiche e di scherzi, allora meglio sparigliare completamente le carte e lavorare su altro.
La prossima volta andrà meglio.
Risposta: Vedi passione. Importantissimo, vero motore del fare teatro, delle scelte, dei rischi. Il nostro punto di vista è la nostra forza. Diventa un cappio se siamo gli unici cui piace, diventa una meraviglia se questo "mi piace" è condiviso. Diventa condiviso se lo si è messo in piazza, e condiviso veramente.
E' vero che spesso i bambini innescano un gioco senza fine di polemiche e di scherzi, allora meglio sparigliare completamente le carte e lavorare su altro.
La prossima volta andrà meglio.
FAQ teatroescuola - FARE FINTA
Domanda: posso mimare?
Risposta: Mimare è tremendamente difficile. Mimo una spada, una sedia, un tavolo, una mela da mangiare, con niente in mano. Un vero virtuosismo, cui il pubblico smette di credere al primo errore tecnico (un muro che prima c'era adesso non c'è più, oppure è spostato di un metro, oppure prima era pesantissimo adesso è un po' meno pesante, l'oggetto mimato viene messo a mezz'aria, galleggia?!?)
Risposta: Mimare è tremendamente difficile. Mimo una spada, una sedia, un tavolo, una mela da mangiare, con niente in mano. Un vero virtuosismo, cui il pubblico smette di credere al primo errore tecnico (un muro che prima c'era adesso non c'è più, oppure è spostato di un metro, oppure prima era pesantissimo adesso è un po' meno pesante, l'oggetto mimato viene messo a mezz'aria, galleggia?!?)
Lavorare
con degli oggetti è più facile. Una sedia diventa una barca, poi un
trono, poi un ombrello. Il cappello diventa uno scudo, poi un bicchiere d'acqua, poi torna cappello. Il pubblico è contento della scelta, non la considera una fregatura, e i limiti tecnici danno grande verità al lavoro.
FAQ teatroescuola - LE PARTI E IL/LA PROTAGONISTA
Domanda “Quando c'è la distribuzione delle parti?”
Risposta: Picche! Non lo so! Andiamo avanti con il lavoro, intanto proviamo a fare una parte in tre, poi a creare un gruppo da quel personaggio, poi ci mettiamo due regine, ci aggiungiamo tre principesse e cinque cavalieri senza macchia.
Così tutti fanno la propria parte di protagonista, insieme agli altri protagonisti.
Risposta: Picche! Non lo so! Andiamo avanti con il lavoro, intanto proviamo a fare una parte in tre, poi a creare un gruppo da quel personaggio, poi ci mettiamo due regine, ci aggiungiamo tre principesse e cinque cavalieri senza macchia.
Così tutti fanno la propria parte di protagonista, insieme agli altri protagonisti.
FAQ teatroescuola - COMMENTARE
Domanda: durante le prove, si può scherzare?
Risposta: Io nei miei laboratori chiedo sempre di mettere tutti i commenti in tasca, e tirarli fuori alla fine. Magicamente, il 90% dei commenti, battute, le spiritosaggini si dimentica. Bene, benissimo. È un talento saper commentare al momento giusto. Spesso i commenti servono a fermare le emozioni. Spesso il commento è un freno che il bambino o la bambina mette perché teme di esporsi, di essere presa in giro poi, di sbagliare. Spesso è anche un freno messo alla voglia altrui di provare, rischiare, sbagliare.
Allora nessun commento mentre si lavora. Andiamo avanti!
Risposta: Io nei miei laboratori chiedo sempre di mettere tutti i commenti in tasca, e tirarli fuori alla fine. Magicamente, il 90% dei commenti, battute, le spiritosaggini si dimentica. Bene, benissimo. È un talento saper commentare al momento giusto. Spesso i commenti servono a fermare le emozioni. Spesso il commento è un freno che il bambino o la bambina mette perché teme di esporsi, di essere presa in giro poi, di sbagliare. Spesso è anche un freno messo alla voglia altrui di provare, rischiare, sbagliare.
Allora nessun commento mentre si lavora. Andiamo avanti!
Il momento giusto per tutti i commenti è alla fine del lavoro.
FAQ teatroescuola - FARE e PARLARE
Domanda: a teatro si parla, si parla, bla bla bla, bla bla bla
Risposta: Spesso a teatro si parla tantissimo perché pare più semplice, basta dare delle battute da imparare et voilà. Ma non è così: anche se non è facile a teatro lavorare su concetti ampi quali “fai il principe”, “fai la mamma”, “fai la parte del cattivo”, è invece facile invece prendere in mano delle cose, spostare una sedia, salirci sopra, scenderci, fare delle camminate, incontrarsi e darsi la mano, rifiutare la mano, prendere uno zaino in spalla, salutare uno che se ne va zaino in spalla, abbracciare l'altra persona rimasta lì accanto, consolarla, essere consolati, senza per forza parlare, parlare, parlare.
FAQ teatroescuola - DNA DEL TEATRO
Domanda: Chissà
perché a teatro si tiene sempre in gran conto questa ricerca del nuovo, del diverso, dell'inatteso.
Perché il teatro ama "essere strano"? Sembra che vogliamo per forza togliere la poltrona da sotto il sedere!
Risposta: non è così, non è una stranezza. Il teatro lavora anche con le emozioni, e le emozioni si nutrono di relazioni: io e te (te=pubblico). Noi e voi(voi=pubblico). Io, te e un altro(un altro=pubblico).
Dentro queste relazioni c'è sempre il pubblico!
Seconda risposta: In più, pensiamo che un pubblico spiazzato si addormenti meno facilmente.
Perché il teatro ama "essere strano"? Sembra che vogliamo per forza togliere la poltrona da sotto il sedere!
Risposta: non è così, non è una stranezza. Il teatro lavora anche con le emozioni, e le emozioni si nutrono di relazioni: io e te (te=pubblico). Noi e voi(voi=pubblico). Io, te e un altro(un altro=pubblico).
Dentro queste relazioni c'è sempre il pubblico!
Seconda risposta: In più, pensiamo che un pubblico spiazzato si addormenti meno facilmente.
FAQ teatroescuola - SOFTWARE
Domanda: cosa conta una idea nel fare teatro a scuola?
Risposta: tantissimo. Avere una idea significa avere un motore nel lavoro. Una idea condivisa è una idea ancora più forte. In questo i bambini della scuola d'infanzia sono dei maestri insuperabili.
Coinvolgerli nell'idea, nella storia, nel cosa fare e come farlo è una forza capace di portare a buon fine qualsiasi progetto teatrale, con in più il valore aggiunto del gusto: ai bambini piacciono cose che presumibilmente piacciono ad altri bambini, vale a dire il nostro pubblico naturale.
Noi adulti abbiamo un altro gusto, e questa nostra diversità aiuta il progetto. Tantissime maestre, operatori che lavorano con i bambini tendono o a minimizzare il contributo dei bambini oppure il proprio. Ma davvero non c'è motivo per farlo. Ciò che può sembrare incompatibile può divenire azzeccato attraverso il lavoro, il passare del tempo e le prove.
domenica 25 ottobre 2015
Falù
eeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!!!! FINITO !!!
Falù, testo teatrale per pupazzi, ottobre 2015-
Falù, testo teatrale per pupazzi, ottobre 2015-
************** 10 pagine, 10 scene ***************
martedì 13 ottobre 2015
giovedì 8 ottobre 2015
Yes
Nomenât mestri dal Cors di Teatri e Animazion de Universitât dal Friûl!!!
10 oriis, modalitât frontale. ahi ahi ahi! E jo che o volevi metimi di stuart :-)
Anìn!
Laboratori didattici del Corso di perfezionamento e aggiornamento in "Lingua friulana nella scuola plurilingue" inerenti alla docenza e al tutoraggio dei laboratori di discipline scientifiche, discipline musicali, teatro e animazione
10 oriis, modalitât frontale. ahi ahi ahi! E jo che o volevi metimi di stuart :-)
Anìn!
Laboratori didattici del Corso di perfezionamento e aggiornamento in "Lingua friulana nella scuola plurilingue" inerenti alla docenza e al tutoraggio dei laboratori di discipline scientifiche, discipline musicali, teatro e animazione
martedì 15 settembre 2015
venerdì 17 aprile 2015
DOMENICA 19 Aprile a Fiumicello (Ud) - spettacolo di Burattini
DOMENICA 19 APRILE a Fiumicello (Ud) - spettacolo di Burattini
Presso la Sala Bison, in centro a Fiumicello, ore 17.00 spettacolo di burattini
Presso la Sala Bison, in centro a Fiumicello, ore 17.00 spettacolo di burattini
DIAVOLI E FIORI
UNA COMMEDIA CON
BURATTINI
Una storia di
michelepolo e Serena Di Blasio
Regia di Serena Di
Blasio
Scene di Michele Bazzana
- Fiori di Suomi Vinzi
Immagini
di Michele Trainiti
mercoledì 11 febbraio 2015
TSU teatro sosta urbana ANNO II
Nell'ambito della rassegna in collaborazione con il Comune di Udine, TSU teatro sosta urbana, ci siamo anche noi topastri grigi in cerca di storie e soprattutto di croste di formaggio. Montasio, Pecorino sardo, Grana e Parmigiano i preferiti.
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