martedì 2 novembre 2010

sostenibile / non sostenibile



In collaborazione con due Enti regionali quali l'ERT teatroescuola e il LAREA Laboratorio regionale di educazione ambientale stiamo scrivendo la seconda edizione del laboratorio Teatrambiente, per capire come i temi della sostenibilità possano incrociarsi con quelli del teatro, per capire come la sete di storie del teatro possa essere soddisfatta dal sentimento di impotenza che sembra vincere ogniqualvolta si parla di mondo, ambiente, ecologia, tecnologia.
Negli incontri a Udine con esperti del teatro a scuola ho incontrato Marco Geronimi Stoll e le sue tesi del Minimo tecnologico e Massimo tecnologico che mi saranno spero molto utili per districare la matassa; vedi www.geronimi.it, le competenze del teatrante per l'infanzia.

L'anno scorso abbiamo concluso il laboratorio ed è stato davvero interessante vedere come la mia incertezza si ingigantisca a contatto con temi troppo grandi quali il mondo, la sostenibilità, il vivere quotidiano. E' possibile pensare che solo degli stupidi possono avere certezze al riguardo.

Sostenibilità, ambiente, futuro. Si pensa sempre che la possibilità del singolo sia nulla al riguardo, il sentimento di impotenza è totalizzante, perché, ad esempio, se delle maestre fanno la differenziata a scuola poi arriva una bidella che butta tutto nell'indifferenziato (storia vera).
Ma se si corre dietro al gigante si perde, è certo, perché la gara è sua. Ma se si decide di non correre quella gara, ecco che ciò che non si sospettava appare, e il pensiero cambia. La proposta di fondo potrebbe essere riassunta così: se ci fosse più teatro, ci sarebbero meno rifiuti?

E la domandona vera è "se ci fosse più felicità, ci sarebbero meno rifiuti?"